Una comunità cinematografica

18,00 €
Tasse incluse

Autore: Beltrame Alberto - 2016 - ISBN 9788875864767 - La Mandragora

Indagine sul cinema italiano degli anni Cinquanta, con riferimento principale al cosiddetto "cinema popolare". Meccanismi narrativi, scelte tematiche, retorica strutturale e allo stesso tempo fattori economici (produzione), politici (censura e autocensura) e giuridici (la legge Andreotti sul cinema del 1949).Indagine sul cinema italiano degli anni Cinquanta, con riferimento principale al cosiddetto "cinema popolare". Meccanismi narrativi, scelte tematiche, retorica strutturale e allo stesso tempo fattori economici (produzione), politici (censura e autocensura) e giuridici (la legge Andreotti sul cinema del 1949). Ma soprattutto un'analisi delle modalità con le quali vengono rappresentate le pratiche sociali e i sentimenti di fondo nei film dell'epoca. Un "cinema-comunità" che vede la sua spinta vitale provenire dal basso, un cinema che si vede specchio di una comunità di persone, di un popolo tutto, dei suoi usi e costumi, delle sue speranze e del suo rapporto con le istituzioni (religiose e politiche, morali e ideali). Un "cinema-comunità" non solo nei suoi aspetti sociali, ma anche nell'atto della sua creazione artistica più materiale: sceneggiatori, registi, tecnici che lavoravano trasversalmente in film "alti" e "bassi", sceneggiature che nascono sul tram, film che al centro delle loro storie hanno sempre e comunque una comunità (idealizzata ma reale) come protagonista. Il caso più emblematico e significativo di tutto il periodo è la saga del Don Camillo. L'indagine accurata del "cinema di Guareschi" sarà di fondamentale importanza per capire i meccanismi della comunità e come questa agisce all'interno del cinema del tempo: la sua ontologica essenza popolare, la sua spregiudicata tendenza a farsi voce di una comunità, la sua forte-debole autorialità contaminata e contaminante.

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