Sabbie

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Autore: Franco Baldini - ISBN 978-88-87613-36-0 - Collana GRAFFI & SCATTI26 tavole in BN20 tavole a colori
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È difficile andare in Africa rimanendo indifferenti alle situazioni di povertà ed ingiustizia sociale che s'incontrano. Anch'io, come tanti altri, sono rimasto profondamente colpito e cerco di dare in questo modo il mio contributo. I proventi di questo libro, una volta coperte le spese, andranno a finanziare un progetto a Galcia in Etiopia che sarà realizzato in collaborazione con la rivista Nigrizia. "Il deserto non si racconta, si vive" In questa frase di Mano Dayak, Tuareg, nato e vissuto nel deserto, è racchiusa una grande verità: la difficoltà a raccontare il deserto. Ci hanno provato in tanti, nessuno c'é riuscito pienamente. Il mio è un altro tentativo. So che sarà limitato, ma ci provo. Il linguaggio è quello delle immagini, un codice di luci e ombre. Se riuscirò a comunicare anche solo una piccola parte delle emozioni che ho provato nel deserto, ne sarò felice. Per me il deserto è una dimensione interiore, è il ricordo delle passeggiate notturne tra le dune, è il silenzio totale, è sentirsi in sintonia con la propria anima. Affondavo nella sabbia fino alle ginocchia. Il cuore mi batteva forte, lo sentivo pulsare nella testa, mi mancava il respiro. Ancora pochi passi e sarei arrivato sulla cima della duna. Quella sera, decisi di andare a camminare... com'era mia consuetudine quando ero in viaggio. La serata era calma e tiepida, il sole era tramontato delicatamente dietro ad un profilo di dune. Al campo il solito fermento si era placato e, finita la cena, il suono della chitarra e le canzoni riempivano l'aria circostante. Mi allontanai camminando con lentezza. La giornata era trascorsa piacevolmente, mi sentivo bene, rilassato e sereno. Camminavo a piedi scalzi e mi piaceva la sensazione che mi procurava la sabbia fresca che scivolava sotto la pianta dei piedi. Una mezza luna rischiarava appena il cielo, lasciando alle stelle il ruolo delle protagoniste. Passo dopo passo sentii le voci affievolirsi fino a divenire un flebile suono che svanì completamente quando discesi una piccola duna ed entrai in un catino di sabbia sovrastato da una duna che si ergeva molto più alta. Il silenzio divenne totale. Mi fermai, trattenni il respiro per cercare di cogliere ogni impercettibile segnale sonoro. Nulla! Nessun rumore! Rimasi immobile, in apnea, per un altro po'. Ancora niente! Il silenzio era assoluto! Un brivido mi percorse la schiena. Provai paura, ebbi la sensazione profonda di essere da solo, nella notte, immerso in un'immobilità cosmica. Ero indeciso se tornare indietro o proseguire il cammino. Mi sarebbe bastato risalire il catino di sabbia nel quale mi trovavo per risentire le voci rassicuranti dei compagni di viaggio. Rimasi sgomento ancora un po', poi la paura svanì. Mi sentii più rasserenato, volevo proseguire...
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