L'attività clandestina del clero sloveno durante il fascismo

22,00 €
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Autore: Pelikan Egon, a cura di Monica Rebeschini, traduzione dallo sloveno di Alessandra Foraus -  2011 - ISBN 9788889808979 - Kappa Vu

La difesa dell’identità slovena in un territorio multietnico, al confine tra Regno d’Italia e Regno di Jugoslavia, diventato teatro tra le due guerre mondiali dell’aggressiva politica fascista di snazionalizzazione, accomuna centinaia di clerici e laici sloveni di ispirazione cattolica, trasformatisi in “antifascisti pericolosi”, “astuti propagandisti”, “irredentisti slavi”, spie, informatori, doppiogiochisti. Con queste caratteristiche venivano registrati dall’Ovra numerosi esponenti del clero sloveno, parroci, spesso semplici sacerdoti di provincia, attivisti laici dell’organizzazione slovena cristiano-sociale operativa nelle regioni dell’ex Litorale austriaco (Primorska e Carniola). Il volume di Egon Pelikan presenta per la prima volta al pubblico italiano una documentata narrazione, basata su inedite fonti slovene e italiane, della vicenda del clero sloveno e del movimento politico cattolico sloveno, nel periodo tra le due guerre mondiali. Si tratta di un periodo che vede schierata la Chiesa locale, seppur con tratti di sotterranea ambiguità - svelati dalla documentazione raccolta dall’autore - a difesa dei diritti nazionali della popolazione slovena della regione Giulia e le gerarchie fasciste impegnate a cancellare l’identità delle minoranze nazionali. Centrale risulta in tale progetto di snazionalizzazione l’atteggiamento assunto dal Vaticano nei confronti del clero sloveno nella Venezia Giulia e delle minoranze slovena e croata presenti nella regione.

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