Le Giornate del Cinema Muto 1999

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18th Pordenone Silent Film Festival. CatalogueTeatro Zancanaro, Sacile. 9 - 16 October 1999XVIII edizione
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Proprio nel momento in cui cominciavamo a temere che le Giornate del Cinema Muto stessero adagiandosi sui propri allori diventando un pilastro fin troppo rispettabile e rispettato dell’establishment festivaliero, ecco che una nuova, avventurosa sfida ci permette di ringiovanire. Una nuova sede e la conseguente reinvenzione della nostra rassegna. Il Verdi di Pordenone, un maestoso cinematografo anni ’50 che ha ospitato quasi tutte le passate edizioni delle Giornate, sta per essere demolito. Al suo posto sorgerà un nuovo teatro. Ci vorranno però alcuni anni di attesa ed è per questo che, non senza ansie e tentennamenti, abbiamo deciso di trasferirci nella vicina città di Sacile. Per molti versi Sacile rappresenta una location ideale. Sono stati messi a nostra disposizione due ottimi cinema, il Teatro Zancanaro con 700 posti e il Ruffo con 300, e alcuni splendidi palazzi per le attività collaterali. Il sindaco Gina Fasan e il suo staff ci hanno accolti con entusiasmo, dandoci la più ampia collaborazione. L’unico svantaggio risiede nella scarsità di stanze d’albergo; tuttavia un servizio continuato di bus permetterà agli ospiti di raggiungere in un quarto d’ora gli alberghi della zona circostante e di Pordenone. Il programma delle Giornate 1999 ci appare uno dei più ricchi e variegati della nostra storia. Anzitutto una retrospettiva dedicata al cinema nordico anni ’20, una selezione di quella stupefacente quantità di rarità e capolavori restaurati negli ultimi tempi dagli archivi di Svezia, Danimarca, Finlandia e Norvegia. Sarà una novità finlandese ad aprire le Giornate, Juha, diretto da Aki Kaurismîki, l’ultimo grande film muto del secolo, in diretto collegamento con le tradizioni letterarie e cinematografiche nordiche essendo un adattamento dell’omonimo romanzo scritto nel 1911 dal più famoso scrittore scandinavo dell’epoca, il finlandese Juhani Aho, che aveva ispirato a Mauritz Stiller il suo Johan (1921), anch’esso in calendario. Un’altra première fuori dal comune sarà la proiezione di ben trenta pellicole di Georges Méliès recentemente ritrovate dagli amici della Lobster Films di Parigi. Diciassette tra essi erano considerati finora perduti mentre gli altri erano noti per lo più in controtipi ristampati dalle paper prints della Library of Congress. All’interno di "Ribelli americani", prima parte d’una serie dedicata all’avanguardia internazionale, verrà proposta, tra l’altro, la copia praticamente completa (finora ne era noto solo un frammento di venti minuti) dell’eccentrica Salome (1923) di Charles Bryant con le stravaganti scenografie di Natasha Rambova. Il "Griffith Project", giunto alla terza tappa, propone una mole di opere dirette dal maestro David Wark Griffith nella seconda metà del 1909 assieme al varo dei primi tre volumi analitici editi in collaborazione con il British Film Institute. Il centenario di Alfred Hitchcock, celebrato un po’ ovunque nel mondo, permetterà alle Giornate di presentare non soltanto ciò che resta del canone muto diretto dal maestro inglese, ma anche alcune opere alle quali il cineasta emergente aveva dato un contributo essenziale. Con un prezioso frammento del suo primo sforzo registico, il cortometraggio comico Always Tell Your Wife? Riappariranno inoltre alle Giornate il più grande successo del muto giapponese Nani ga kanojo o saseta ka (Cosa l’ha indotta a far questo?, 1930) di Shygeyoshi Suzuki; la delirante comica di Fatty Arbuckle e Buster Keaton, The Cook; uno dei primi esempi di cinema tridimensionale made in USA; i giovani Marx Brothers filmati a colori sul set; un classico del cinema italiano, Nerone e Agrippina (1913-14), eclissato dal successo di Cabiria. Tra gli ospiti illustri, saremo lieti di accogliere due formidabili dive ultranovantenni: Fay Wray, la luminosa star di King Kong, che presenzierà alla proiezione del restauro di The Wedding March (Sinfonia nuziale), da lei interpretato al fianco di Erich von Stroheim; Joan Morgan, vivacissima star e sceneggiatrice inglese che aveva esordito sugli schermi da bambina nel lontano 1913. Verrà anche lanciato il "Collegium Sacilense", un tentativo non accademico per promuovere tra i giovani ricercatori che opereranno nel terzo milennio la coscienza del cinema come memoria e patrimonio culturale del nostro secolo. Ci aspetta insomma un pantagruelico banchetto servito però tra la pace dei canali e delle antiche contrade di Sacile, "il giardino della Serenissima". - David Robinson
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